Samuele disse: «Il SIGNORE gradisce forse gli olocausti e i sacrifici quanto l’ubbidire alla sua voce? No, l’ubbidire è meglio del sacrificio, dare ascolto vale più che il grasso dei montoni; infatti la ribellione è come il peccato della divinazione, e l’ostinatezza è come l’adorazione degli idoli e degli dèi domestici. Poiché tu hai rigettato la parola del SIGNORE, anch’egli ti rigetta come re». (1 Samuele 15:22-23)
Sono queste le parole risolute che il profeta Samuele rivolse al re Saul, il quale tentava di “sminuire”, di mascherare, un fatto grave: aver disubbidito alla Parola che Dio gli aveva rivolto in precedenza.
Il Signore gradirà sempre l’ubbidienza alla Sua Parola, alle Sue amorevoli ed eccelse indicazioni. Questo perché la nostra ubbidienza rappresenta la testimonianza più vera di un’autentica fiducia riposta in Lui, dell’esistenza di una reale conoscenza della Sua divina Perdona.
Da questo sappiamo che l’abbiamo conosciuto: se osserviamo i suoi comandamenti. Chi dice: «Io l’ho conosciuto», e non osserva i suoi comandamenti, è bugiardo e la verità non è in lui; ma chi osserva la sua parola, in lui l’amore di Dio è veramente completo. (1 Giovanni 2:3-5)
La nostra ubbidienza onora Dio ed è manifestazione della nostra fiducia e del nostro amore per Lui. Gesù infatti dichiarerà: “Se uno mi ama, osserverà la mia parola; e il Padre mio l’amerà, e noi verremo da lui e dimoreremo presso di lui. Chi non mi ama non osserva le mie parole; e la parola che voi udite non è mia, ma è del Padre che mi ha mandato” (Giovanni 14:23-24).