Fraternità

Nel celebre motto che contraddistingue la Repubblica Francese, il termine “fraternità” è posto allo stesso livello di onere dei termini “libertà” ed eguaglianza”. Non vi è sogno più bello di quello di vedere realizzarsi un giorno, per effetto di volontà convergenti, una società in cui tutti si chiamino fratelli e si trattino come tali.

Si sono tutti sviati, si sono tutti corrotti; non c’è alcuno che faccia il bene, neppure uno. (Salmo 14:3)

Ahimé! La realtà viene bruscamente a svegliarci. Il mondo nel quale viviamo si dibatte nella confusione della lotta incessante che gli uomini ingaggiano con gli uomini. La fraternità umana è una generosa illusione; il vecchio adagio latino rimane purtroppo sempre vero: L’uomo è un lupo per l’uomo.

Infatti, noi non abbiamo un sommo sacerdote che non possa simpatizzare con le nostre infermità, ma uno che è stato tentato in ogni cosa come noi, senza però commettere peccato. (Ebrei 4:15)

In questo caos morale, solamente la Bibbia può servirci da guida. Dio s’è fatto uomo nella persona di Gesù, simile a noi in ogni cosa ad eccezione della terribile tara del peccato.

Egli è venuto in casa sua, e i suoi non lo hanno ricevuto, ma a tutti coloro che lo hanno ricevuto, egli ha dato l’autorità di diventare figli di Dio, a quelli cioè che credono nel suo nome, i quali non sono nati da sangue, né da volontà di carne, né da volontà di uomo, ma sono nati da Dio. (Gioanni 1:11-13)

Egli è venuto a compiere l’opera liberatrice che non saremmo mai stati capaci di compiere, prendendo su di sé i peccati di tutti coloro che glieli confessano. Da quel momento coloro che credono diventano figli di Dio, e Gesù “non si vergona di chiamarli fratelli”.

Infatti colui che santifica e quelli che sono santificati provengono tutti da uno; per questo motivo egli non si vergogna di chiamarli fratelli, dicendo: «Farò conoscere il tuo nome ai miei fratelli, io ti celebrerò in mezzo all’assemblea». (Ebrei 2:11-12)

Ecco la vera, indistruttibile fraternità che il mondo rifiuta, ma che i credenti possono conoscere. Per mezzo della nuova nascita, sono infatti nella stessa famiglia, quella di cui Dio è il Padre e di cui Gesù è designato come il “Primogenito tra molti fratelli”.

Poiché quelli che egli ha preconosciuti, li ha anche predestinati ad essere conformi all’immagine del suo Figlio, affinché egli sia il primogenito fra molti fratelli. (Romani 8:29)

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