Il più grande dei miracoli

Qual uomo fra voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e non va dietro alla perduta finché non la ritrova? E quando la ritrova, se la mette sulle spalle tutto contento; e, giunto a casa, convoca gli amici e i vicini e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho ritrovato la mia pecora che era perduta”. Io vi dico che allo stesso modo vi sarà in cielo più gioia per un solo peccatore che si ravvede, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di ravvedimento. (Luca 15:4-7)

E’ un miracolo poco comune quello che Dio compie per liberare i suoi due testimoni, Paolo e Sila, incatenati in una prigione.

Improvvisamente si fece un gran terremoto, tanto che le fondamenta della prigione furono scosse: e in quell’istante tutte le porte si aprirono e le catene di tutti si sciolsero. (Atti 16:26)

Un gran terremoto scuote tutto l’edificio, le porte si aprono e le catene dei prigionieri si slegano. Ma il più grande miracolo non è questa dimostrazione di potenza divina. Ciò che è molto più straordinario, è che un uomo perduto sia salvato.

Quest’intervento divino parla al cuore del guardiano della prigione. Non è più il timore di essere condannato dai magistrati per aver fallito la propria missione che lo spaventa, ma lo sgomento di incontrare Dio, coi suoi propri peccati. Per questo egli esclama pieno di angoscia:

E, chiesto un lume, egli corse dentro, e tutto tremante si gettò ai piedi di Paolo e Sila; poi li condusse fuori e disse: «Signori, cosa devo fare per essere salvato?». (Atti 16:29)

La risposta è la stessa, oggi come allora:

Ed essi dissero: «Credi nel Signore Gesù Cristo, e sarai salvato tu e la casa tua». (Atti 16:31)

Questo miracolo, Dio lo compie ogni giorno nei riguardi di migliaia di persone. Anche tu fai parte di coloro che Dio vuole salvare e condurre a Gesù, il Salvatore. Non rifiutare il suo invito e ascoltalo.

Guardate di non rifiutare colui che parla, perché se non scamparono quelli che rifiutarono di ascoltare colui che promulgava gli oracoli sulla terra, quanto meno scamperemo noi, se rifiutiamo di ascoltare colui che parla dal cielo, la cui voce scosse allora la terra, ma che ora ha fatto questa promessa, dicendo: «Ancora una volta io scuoterò non solo la terra, ma anche il cielo». (Ebrei 12:25-26)

Se infatti la parola pronunziata per mezzo degli angeli fu ferma e ogni trasgressione e disubbidienza ricevette una giusta retribuzione, come scamperemo noi, se trascuriamo una così grande salvezza? Questa, dopo essere stata inizialmente annunziata dal Signore, è stata confermata a noi da coloro che l’avevano udita, mentre Dio ne rendeva testimonianza con segni e prodigi, con diverse potenti operazioni e con doni dello Spirito Santo distribuiti secondo la sua volontà. (Ebrei 2:2-4)

E in nessun altro vi è la salvezza, poiché non c’è alcun altro nome sotto il cielo che sia dato agli uomini, per mezzo del quale dobbiamo essere salvati». (Atti 4:12)

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