Il servo ubbidiente

Abraamo si alzò la mattina di buon’ora, sellò il suo asino, prese con sé due suoi servi e suo figlio Isacco, spaccò della legna per l’olocausto, poi partì verso il luogo che Dio gli aveva indicato. Il terzo giorno, Abraamo alzò gli occhi e vide da lontano il luogo. Allora Abraamo disse ai suoi servi: «Rimanete qui con l’asino; io e il ragazzo andremo fin là e adoreremo; poi torneremo da voi». (Genesi 22:3-5)

Alla veneranda età di cento anni, Abramo ottenne ciò che Dio gli aveva promesso: un figlio avuto con sua moglie novantenne e sterile dalla nascita. Certamente più che un miracolo!

Il bimbo ormai è cresciuto ed è diventato un giovane, quando Dio, mette alla prova l’ubbidienza di Abramo, con una cosa che non si era mai sentita. Offrire in sacrificio proprio quel figlio tanto desiderato e cercato.

A quanto si aspetterebbero un netto rifiuto stupisce, invece, la reazione di Abramo. Con umile ubbidienza, il patriarca non si tira indietro e non si ribella al volere divino; magari non lo comprende ma lo asseconda, disposto a mettere in pratica la volontà di Dio. E’ fermo e pronto nei suoi proposito: si alza il mattino presto, prepara ogni cosa e intraprende il cammino.

Giunti ai piedi del monte indicatogli da Dio, manifesta la sua fede ai suoi servi, dichiarandosi certo che sarebbe tornato con il ragazzo. Così sarà! Dio provvederà, per quel sacrificio un montone sostitutivo, premiando la fede, la prontezza e l’ubbidienza del suo servo fedele.

Forse ti sembrerà impossibile ciò che Dio ti chiede, ubbidisci e il Signore onorerà la tua fede.

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