La bilancia falsa è un abominio per l’Eterno, ma il peso giusto gli è gradito. (Proverbi 11:1)
Alla cassa, davanti a me, c’è una signora che nasconde alcuni prodotti alla vista della cassiera. Per quel negozio, al momento del bilancio, l’importo di quel furto apparirà nella colonna “perdite”, indicate, per pudore, con la parola “ammanco”. Ma c’è qualcuno che ha visto quella manovra e l’ha registrata: è Dio. Per Lui un furto si chiama ancora e sempre furto: “Non rubare” dice un comandamento (Esodo 20:15).
Quella persona resterebbe meravigliata se gli si dicesse che la fattura le sarà presentata più tardi, e non dal direttore del negozio, ma da Dio stesso che, un giorno, aprirà i “libri contabili” e farà giustizia in modo perfetto.
Forse da parte di alcuni l’onestà è considerata un’ingenuità. Ma Dio non è cambiato dal tempo in cui ha dichiarato nella Bibbia che la bilancia falsa è per Lui un abominio. Egli viene a conoscenza di tutto, dalla piccola disonestà fino alla frode in grande scala.
Non dobbiamo mai dimenticare che un giorno tutto sarà messo in luce e tutti “renderanno conto a colui che è pronto a giudicare i vivi e i morti (1 Pietro 4:5). Deponiamo davanti a Dio, prima del Suo tribunale, quei pesi che, in un modo o in un altro, gravano sulla nostra coscienza. Come si può essere felici se non si ha una buona coscienza davanti a Dio e la certezza del Suo perdono e della Sua approvazione?



