Gedeone arrivò al Giordano, lo passò con i suoi trecento uomini, i quali, benché stanchi, continuavano a inseguire il nemico, e disse a quelli di Succot: «Date, vi prego, dei pani alla gente che mi segue, perché è stanca, e io sto inseguendo Zeba e Salmunna, re di Madian». (Giudici 8:4-5)
La stanchezza è un campanello che rammenta le nostre limitazioni naturali, una spia fisiologica da non sottovalutare. La Bibbia tuttavia ci dice che quando lo stress è causato da azioni compiute esercitando la fede nel Signore, esso è accompagnato dall’acquisto di nuove, sorprendenti forze.
Così fu per Gedeone è il suo piccolo esercito contro centomila soldati. Oltrepassato un fiume dalle acque mosse, accusarono la fatica, ma l’entusiasmo di aver sentito Dio dalla loro parte li fortificò nell’anima e nel corpo per ricevere nuovo slancio e continuare nella loro impresa.
La reattività di questi ebrei ha potuto attingere anche a delle profonde motivazioni. Sapevano che non le loro facoltà umane, bensì l’Onnipotente li aveva resi vittoriosi ed erano coscienti che l’entità della conquista ormai dipendeva dalla loro volontà di andare fino in fono.
Questo è il punto. Un credente che per l’entusiasmo e le motivazioni per quelo che fa nel campo della fede è già stanco prima della prova, è stanco dentro. Se questo è il tuo caso, lasciati fortificare nella speranza prima di metterti in gioco. Vai a Colui che dono il riposo. Cristo ti darà le forza e le motivazioni per perseverare.



