Il pericolo di una vita banale

Si mangiava, si beveva, si prendeva moglie, si andava a marito, fino al giorno che Noè entrò nell’arca, e venne il diluvio che li fece perire tutti. (Luca 17:27)

Le caratteristiche della generazione dei tempi di Lot e di Noè ci appaiono molto attuali. L’interesse delle persone, totalmente attratto dal mangiare e dal bere, dagli impegni sociali e familiari, rifiutava ostinatamente i valori spirituali per immergersi nel materialismo più sfrenato.

Mangiare e bere è sempre stata una delle attività preferite dall’uomo e la Scrittura ci ricorda che negli ultimi tempi tale passione continuerà ad essere il polo di attrazione dell’intera umanità. D’altra parte, il credente è incoraggiato a prendere le distanze da una vita così banale, focalizzando l’attenzione sui valori eterni e irrinunciabili, presentati dalla Parola di Dio e alimentati nel cuore dell’opera dello Spirito Santo.

L’esperienza della fede in Cristo ci eleva e rende la nostra vita una meravigliosa avventura spirituale, sospingendoci verso obiettivi che elevano la vita al disopra degli aspetti materiali, che la strappano alla banalità, la arricchiscono e la consegnano ad un traguardo glorioso, dove sentiremo dire: “Va bene, servo buono e fedele; sei stato fedele in poca cosa, ti costituirò sopra molte cose; entra nella gioia del tuo Signore”. (Matteo 25:21)

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