Mosè allora fece un serpente di bronzo e lo mise sopra un’asta; e avveniva che, quando un serpente mordeva qualcuno, se questi guardava il serpente di bronzo, restava in vita. (Numeri 21:9)
Il serpente bronzeo, elevato su una lunga asta di legno, è una prefigurazione del sacrificio di Cristo, innalzato sulla croce.
E, come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che il Figlio dell’uomo sia innalzato, affinché chiunque crede in lui abbia vita eterna. (Giovanni 3:14-15)
Il peccato è pari al veleno che, entrando in circolo nei vasi sanguigni, causa la morte, quando penetra negli organi vitali. Come non ci sono pozioni o massaggi capaci di arrestare l’afflusso letale, così non esistono rimedi religiosi o morali alla morte spirituale. A nulla servono rituali, pellegrinaggi o atti penitenziali. L’unico antidoto indicato da Dio è Colui che non ha mai conosciuto peccato ed è stato fatto peccato per noi, presso il Calvario.
Soltanto Cristo è l’antidoto per le contaminazioni di questo mondo corrotto e sofferente, aggredito dalle conseguenze della ribellione a Dio. Forse non potrai impedire che queste serpi di mordano, ma pui avitare che ti inettino la lora venefica influenza.
Come Mosè, non sempre puoi sottrarti ai colpi di ingiuste critiche pungenti, ma fissando la sguardo sul Signore, il “siero” del Suo amore annienterà il germe dell’odio, impedendogli di scorrere nei tuoi pensieri. Non ricorrere a tue soluzioni, ma fermati per mirare Gesù, che si è fatto peccato anche per te, è stato innalzato sulla croce del Calvario ed è stato trafitto per darti vita eterna. Basta uno sguardo di fede.