Né individualisti, né anonimi

Ci sono invece molte membra, ma vi è un solo corpo. (1 Corinzi 12:20)

Sempre più frequentemente osserviamo due modi di essere in contrapposizione tra loro: l’eccessivo individualismo, e l’identificazione nel gruppo. Il primo atteggiamento tende a mettere al centro di ogni cosa se stessi e ad agire con indipendenza. Il secondo invece schiaccia la personalità dell’individuo e lo disperde nel gruppo.

La chiesa, cioè l’insieme di tutti i veri credenti, che Cristo ha fondato (non quella a cui gli uomini danno spesso un’immagine distorta) non prevede questi estremi. La chiesa è il corpo di Cristo, un corpo vivente, un’organismo armonioso sottomesso a Lui che è il Capo della chiesa.

Egli è il capo del corpo, cioè della chiesa; è lui il principio, il primogenito dai morti, affinché in ogni cosa abbia il primato. (Colossesi 1:18)

Siamo chiamati, noi che abbiamo creduto a Cristo, a vivere questa realtà. Colui che crede scopre che Dio lo ama personalmente, ed è invitato a vivere in comunione con Cristo, e con coloro che condividono la medesima fede.

In quanto membro del corpo di Cristo, il credente non può essere né indipendente né autosufficiente. Come la mano non può fare a meno delle altre membra del corpo, così i credenti hanno bisogno dei loro fratelli e delle loro sorelle in fede.

Allo stesso tempo, il credente non è “disperso nella massa”, ma ha un suo posto, unico, voluto da Dio, per il bene dei fratelli e per la gloria del Signore Gesù.

Noi siamo chiamati a realizzare questa vita collettiva radunandoci attorno al Signore come membra del suo corpo, ed anche come membra gli uni degli altri, per la lode in comune o per la preghiera. Questa vita si esprime anche nelle relazioni quotidiane tra coloro che sono figli dello stesso Padre celeste, riscattati dallo stesso Signore, uniti dallo stesso Spirito.

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