Nelle tenebre della cella sotterranea

Io provo grande gioia nella tua parola, come chi trova un gran bottino. (Salmi 119:162)

Tre giornalisti francesi, rimasti ostaggi in Libano per tre anni in condizioni estremamente difficili, raccontano le loro esperienze spirituali fatte durante la prigionia:

“I miei rapitori accettarono di lasciarmi una Bibbia … La mia prigionia è stata necessaria perché prendessi coscienza di Dio … Dio è una roccia, come di il Salmo.” (Roger Augues)

“Ho letto non so quante volte lo stesso romanzo, e soprattutto la Bibbia. Prima ci quella esperienza mi consideravo credente, anche se non praticante; durante la mia prigionia ho riscoperto la forza della preghiera.” (Marcel Carton)

“La Bibbia è stata il mio sostegno, ha nutrito la mia fede e l’ha rinforzata. La Bibbia si è rivelata essere anche uno straordinario veicolo per l’incoraggiamento spirituale; storie come quella di Giobbe, di Giuseppe e molte altre, parla di gente sommersa dalle avversità, che grazie alla loro fede e alla loro speranza in Dio sono riusciti a superare. La Bibbia è stata per me un conforto e un aiuto permanente. Io e dio non ci eravamo mai persi di vista, ma lì, in quella cella buia, ci siamo ritrovati vicini.” (Jean Paul Kauffman)

Ho conservato la tua parola nel mio cuore, per non peccare contro di te. (Salmi 119:11)

Non aspettiamo che arrivino giorni difficili per scoprire che la Bibbia è un libro unico, l’unico libro che ci mette in relazione con il Dio vivente e vero che vuole farsi conoscere da tutti gli uomini, dovunque e in qualunque situazioni si trovino. Specialmente quanto attraversiamo dei momenti oscuri, rivolgiamoci a Dio che vuole rischiararli.

Sì, tu sei la mia lampada, o Eterno; l’Eterno illumina le mie tenebre. (2 Samuele 22:29)

 

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