Paradossi divini

«Poiché i miei pensieri non sono i vostri pensieri né le vostre vie sono le mie vie», dice l’Eterno. (Isaia 55:8)

Un paradosso, secondo il dizionario, è un fatto o un’affermazione contraria all’opinione comune, due aspetti di una stessa verità che sembrano contraddirsi.

La Bibbia ne contiene un gran numero e questo non rappresenta nulla di stupefacente. I pensieri di Dio rovesciano spesso le idee comunemente ammesse.

Beati i poveri e gli umili, coloro che sono perseguitati a causa di Gesù.

Beati i poveri in spirito, perché di loro è il regno dei cieli. Beati coloro che fanno cordoglio, perché saranno consolati. Beati i mansueti, perché essi erediteranno la terra. Beati coloro che sono affamati e assetati di giustizia, perché essi saranno saziati. Beati i misericordiosi, perché essi otterranno misericordia. Beati i puri di cuore, perché essi vedranno Dio. Beati coloro che si adoperano per la pace, perché essi saranno chiamati figli di Dio. Beati coloro che sono perseguitati a causa della giustizia, perché di loro è il regno dei cieli. Beati sarete voi, quando vi insulteranno e vi perseguiteranno e, mentendo, diranno contro di voi ogni sorta di male per causa mia. (Matteo 5:3-11)

Se qualcuno vuole essere il primo deve farsi il servo di tutti.

Allora, postosi a sedere, egli chiamò i dodici, e disse loro: «Se alcuno vuol essere il primo, sia l’ultimo di tutti e il servo di tutti». (Marco 9:35)

Il credente trova il riposo portando il giogo del Signore.

Venite a me, voi tutti che siete travagliati e aggravati, ed io vi darò riposo. Prendete su di voi il mio giogo e imparate da me, perché io sono mansueto ed umile di cuore; e voi troverete riposo per le vostre anime. Perché il mio giogo è dolce e il mio peso è leggero!». (Matteo 11:28-30)

Gode della libertà quando inizia ad ubbidire a Dio.

Ora sia ringraziato Dio, perché eravate servi del peccato, ma avete ubbidito di cuore a quell’insegnamento che vi è stato trasmesso. (Romani 6:17)

Appare triste, povero e debole, ma non lo è.

Noi non diamo alcun motivo di scandalo in nessuna cosa, affinché non sia vituperato il ministero; ma in ogni cosa raccomandiamo noi stessi come ministri di Dio nelle molte sofferenze, nelle afflizioni, nelle necessità, nelle distrette, nelle battiture, nelle prigionie, nelle sedizioni, nelle fatiche, nelle veglie, nei digiuni, con purità, con conoscenza, con pazienza, con benignità, con lo Spirito Santo, con amore non finto, con la parola di verità, con la potenza di Dio, con le armi della giustizia a destra ed a sinistra, nella gloria e nel disonore, nella buona e nella cattiva fama; come seduttori, eppure veraci; come sconosciuti, eppure riconosciuti; come morenti, eppure ecco viviamo; come castigati, ma pure non messi a morte; come contristati, eppure sempre allegri; come poveri eppure arricchendo molti; come non avendo nulla, eppure possedendo tutto. (2 Corinzi 6:3-10)

Perciò io mi diletto nelle debolezze, nelle ingiurie, nelle necessità, nelle persecuzioni, nelle avversità per amore di Cristo, perché quando io sono debole, allora sono forte. (2 Corinzi 12:10)

Prendiamo l’abitudine di apprezzare ogni cosa secondo la scala dei valori di Dio, che così spesso sfida la logica e la prudenza umane. Domandiamo anche a Dio che questi paradossi non rimangano solo delle espressioni ben formulate, ma che siano realizzati nella nostra vita di credenti.

Noi siamo afflitti in ogni maniera, ma non ridotti agli estremi; perplessi, ma non disperati; perseguitati, ma non abbandonati; abbattuti, ma non distrutti, portando del continuo nel nostro corpo il morire del Signore Gesù, affinché anche la vita di Gesù si manifesti nel nostro corpo. (2 Corinzi 4:8-10)

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