Colui che non ha conosciuto peccato, egli lo ha fatto diventare peccato per noi, affinché noi diventassimo giustizia di Dio in lui. (2 Corinzi 5:21)
Cristo non ha conosciuto il peccato, perché non ne fece alcuna esperienza: il peccato non Lo sfiorò nemmeno. Gesù poté dire ai Suoi nemici. “Chi di voi mi convince di peccato? Se dico la verità, perché non mi credete?” (Giovanni 8:46). Egli fu “santo, innocente, senza macchia”.
Ebbene in virtù di questa perfetta giustizia e santità, Gesù poté prendere su di Sé, quale sostituto, il peccato degli uomini per portare la pena. Le parola di Paolo ricordano quelle di Isaia: “Noi tutti eravamo smarriti come pecore, ognuno di noi seguiva la propria via; ma il SIGNORE ha fatto ricadere su di lui l’iniquità di noi tutti” (Isaia 53:6).
Lo fece diventare peccato è un’espressione forte per indicare che al Sostituto dei peccatori Dio ha imputato il peccato del mondo, talché nell’ora dell’espiazione Egli fu, agli occhi di Dio, carico dei peccati di tutti e su Lui scese la maledizione dovuta ai trasgressori, perché: “alla fine dei secoli, è stato manifestato per annullare il peccato con il suo sacrificio” (Ebrei 9:26).
Il farci diventare giustizia di Dio in Lui, vuol dire essere perdonati con quella giustizia che il Padre ci imputa in Cristo, è lo stesso concetto dell’essere giustificati per fede: “Giustificati dunque per fede, abbiamo pace con Dio per mezzo di Gesù Cristo, nostro Signore” (Romani 5:1), e la nostra riconciliazione con Dio è compiuta.