Profondità

Gesù, infatti, aveva comandato allo spirito immondo di uscire da quell’uomo, di cui si era impadronito da molto tempo; e, anche quando lo legavano con catene e lo custodivano in ceppi, spezzava i legami, e veniva trascinato via dal demonio nei deserti. (Luca 8:29)

La Bibbia ci narra di un uomo che viveva tra i sepolcri ed era tutto coperto di sangue a causa delle ferite che s’infliggeva. Più volte avevano cercato una soluzione, ma non avevano trovato rimedio migliore se non quello di legarlo con catene. Un giorno passò per la sua via Gesù e lo liberò dalle influenze diaboliche che lo legavano.

Quale triste sorte attende l’uomo che confida nell’uomo? Il personaggio del racconto era legato da migliaia di spiriti immondi e per aiutarlo lo incatenarono ancora più.

Quanto inutili o poco efficaci sono i rimedi usati dall’uomo al cospetto della realtà spirituali. Legare con catene un uomo posseduto da spiriti malvagi, equivale a provare a sanare un cancro apponendovi sopra un cerotto.

Recludere un criminale in carcere senza annunciargli che Gesù Cristo “è stato inviato a proclamare l’apertura del carcere ai prigionieri” (Isaia 61:1) è opera vana. Relegare un tossicodipendente in comunità senza annunziargli che “la conoscenza della verità lo farà libero” (Giovanni 8:32) è opera vana.

L’uomo ha bisogno di essere liberato dal male che alberga nelle profonde oscurità del suo cuore. E’ in quelle “profondità” solo lo Spirito di Dio può operare e liberare.

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