Poiché dunque i figli hanno in comune sangue e carne, egli pure vi ha similmente partecipato, per distruggere, con la sua morte, colui che aveva il potere sulla morte, cioè il diavolo, e liberare tutti quelli che dal timore della morte erano tenuti schiavi per tutta la loro vita. (Ebrei 2:14-15)
L’Unigenito di Dio si è incarnato, partecipando a tutti gli aspetti dell’esistenza umana. Da Gesù comprendiamo che la nostra vita spirituale non prescinde da un equilibrato intreccio con la componente fisica della natura umana.
Disprezzare il proprio corpo, per qualunque ragione, considerandolo un impedimento al proprio sviluppo interiore, è sbagliato. D’altra parte, venerare il corpo come un idolo da soddisfare è l’altro scellerato estremo.
Una sana spiritualità va vissuta curando tutto l’essere nostro, perché il Signore non mira a distruggerci, bensì ad annientare il potere diabolico che vuol derubarci della vitalità per servire il nostro Creatore e Redentore. Non dimenticare che hai un’anima immortale, senza sottovalutare che sei fatto pure di carne e sangue.
Sii vigilante, tenendo umilmente conto dei tuoi limiti fisici e dei condizionamenti psicofisici. Rimani in pace per il tempo che dovrai dedicare alla cura del tuo corpo, sapendo che ciò non equivale a una battuta d’arresto nella comunione con il Signore, ma coopera alla benedizione dell’intero essere tuo e, in fin dei conti, al progresso di una fede che continua a imparare da Cristo, a vivere con Lui.