Quando Gesù fu entrato in Gerusalemme, tutta la città fu scossa, e si diceva: «Chi è costui?» (Matteo 21:10)
Talvolta le persone si offendono quando non sono trattate con sufficiente rispetto e deferenza. “Sai chi sono io?”, esclamano indignati a quel punto. Dovrebbero riflettere sul proverbio che dice: “Se hai bisogno di dire alla gente chi sei, probabilmente non sei chi pensi di essere”.
Gesù invece conservò un atteggiamento opposto a quello arrogante e interessato all’autoaffermazione. Entrò a Gerusalemme in mezzo alle grida di esultanza della gente e quanto qualcuno chiedeva in città: “Chi è costui?”, la folla rispondeva: “Questi è Gesù, il profeta che viene da Nazaret”.
Egli non è venuto per pretendere privilegi speciali, ma per dare umilmente la Sua vita in ubbidienza alla volontà del Padre. Le parole che Gesù disse e le cose che ha fatto, richiedono rispetto. A differenza di chi governa con insicurezza, Egli non ha mai preteso che gli altri Lo rispettassero.
Nelle ore di maggiore sofferenza, sembrò che avesse toccato il fondo della debolezza del fallimento. Eppure, fu proprio la forza della Sua identità e della Sua missione che sostenne Gesù nelle ore più buie, mentre moriva per i nostri peccati, in modo che potessimo vivere nel Suo amore.
Riconosci Gesù come tuo Salvatore e non sarai più lo stesso.