Dio è il nostro soccorso

Allora Samuele prese una pietra, la pose tra Mispa e Sen, e la chiamò Eben-Ezer, e disse: «Fin qui il SIGNORE ci ha soccorsi». (1 Samuele 7:12)

Ai tempi del profeta Samuele i confini geografici erano fissati sfruttando gli elementi naturalmente presenti nel territorio, come ad esempio un corso d’acqua, una catena montuosa o altro. Tuttavia, a volte, se quegli elementi geografici fossero risultati mancanti, sarebbero stati creati.

Questo avvenne anche nell’episodio sopracitato. Samuele pose una pietra come confine tra due località. Ma questa pietra aveva anche lo scopo di porre un punto fermo nella vicenda del popolo di Israele e della sua relazione con Dio. A quella pietra fu posto un nome: “Eben- Ezer” che significa “pietra del soccorso”.

In quel luogo Israele aveva affrontato un nemico superiore alle sue forze militari, l’esercito filisteo, e aveva ottenuto la vittoria soltanto grazie all’intervento di Dio. Occorreva porre un punto fermo nella mente e nel cuore del popolo affinché tutti ricordassero che il loro Dio li aveva soccorsi e concesso loro la vittoria.

Questo episodio ricorda anche a noi che Dio è sempre pronto a soccorrere chi lo invoca e chi fa di Lui il punto fermo della propria vita.

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