Egli era nel mondo, e il mondo fu fatto per mezzo di lui, ma il mondo non l’ha conosciuto. E’ venuto in casa sua e suoi non l’hanno ricevuto; ma a tutti quelli che l’hanno ricevuto egli ha dato il diritto di diventare figli di Dio: a quelli, cioè che credono nel suo nome. (Giovanni 1:10-12)
La “dichiarazione dei diritti dell’uomo” è un documento che fa epoca nella storia della Francia e del mondo. Le grandi nozioni di libertà, rispetto di opinioni diverse, di uguaglianza di fronte alla legge, che ci sembrano oggi evidenti, non lo erano affatto circa 230 anni fa.
L’articolo 1°, redatto “in presenza e sotto gli auspici dell’Essere Supremo”, afferma che l’ignoranza, l’oblio, o il disprezzo dei diritti dell’uomo sono le sole cause delle disgrazie pubbliche”. A questo punto sorge spontanea una domanda: ma l’uomo, non dimentica forse ancora di più i diritti di Dio? L’ignoranza e il disprezzo per essi, non sono forse proprio la causa prima delle disgrazie umane?
Dio ha dei diritti, troppo spesso scherniti, i diritti di colui che ha creato l’universo, le terra e tutto ciò che c’è in essa, compreso l’uomo, e che ha stabilito delle leggi morali che collegano la felicità della creatura all’onore dovuto al Creatore.
Gran parte degli uomini non vedono altro, in queste leggi, che una limitazione alle loro libertà. Ma Dio ha anche diritto all’amore degli uomini. Per salvarli e strapparli al potere di Satana a cui erano asserviti, non ha risparmiato il suo proprio Figlio, ma lo ha dato per noi tutti.
Certamente colui che non ha risparmiato il suo proprio Figlio, ma lo ha dato per tutti noi, come non ci donerà anche tutte le cose con lui? (Romani 8:32)
Un simile dono non fornisce forse a Dio dei diritti su coloro che Egli ha amato, cioè su noi tutti?