Gesù gli disse: «Lascia che i morti seppelliscano i loro morti; ma tu va’ ad annunziare il regno di Dio». (Luca 9:60)
Gli abitanti del Benin hanno un proverbio che dice: “Ciascuno al suo posto: i morti al cimitero, i vivi a tavola”. Senza dubbio essi esprimono a loro modo la filosofia materialista riassunta nella formula: “Mangiamo e beviamo, poiché domani morremo”.
In altre parole, approfittiamo della vita, essa è breve; verrà pure il tempo di raggiungere i morti al cimitero. L’evidenza sembrerebbe infatti essere: prima la vita, poi la morte. Ma per il credente, sul piano spirituale, l’ordine è rovesciato:
Ma Dio, che è ricco in misericordia, per il suo grande amore con il quale ci ha amati, anche quando eravamo morti nei falli, ci ha vivificati con Cristo (voi siete salvati per grazia), e ci ha risuscitati con lui e con lui ci ha fatti sedere nei luoghi celesti in Cristo Gesù, per mostrare nelle età che verranno le eccellenti ricchezze della sua grazia, con benignità verso di noi in Cristo Gesù. (Efesi2:4-7)
Egli stesso ha seguito questo cammino opposto a quello della natura.
Quando lo vidi, caddi ai suoi piedi come morto. Ma egli mise la sua mano destra su di me, dicendomi: «Non temere! Io sono il primo e l’ultimo, e il vivente; io fui morto, ma ecco sono vivente per i secoli dei secoli, amen; e ho le chiavi della morte e dell’Ades. (Apocalisse 1:17-18)
La differenza, consiste nel fatto che egli è entrato volontariamente nella morte e ne è uscito per mezza di una risurrezione trionfante. Invece il credente era per natura “morto nei suoi falli e nei suoi peccati”. Ma avendo ricevuto per fede la vita in Gesù Cristo, può da quel momento vivere “in novità di vita”
Noi dunque siamo stati sepolti con lui per mezzo del battesimo nella morte, affinché, come Cristo è risuscitato dai morti per la gloria del Padre, così anche noi similmente camminiamo in novità di vita. (Romani 6:4)
La storia di Lazzaro ci offre una bella trasposizione cristiana del proverbio del Benin. Quell’uomo esce dalla tomba alla voce potente di Gesù, lasciando gli altri morti “al cimitero”.
E, detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». Allora il morto uscì, con le mani e i piedi legati con fasce e con la faccia avvolta in un asciugatoio. Gesù disse loro: «Scioglietelo e lasciatelo andare». Allora molti dei Giudei, che erano venuti da Maria e avevano visto tutto quello che Gesù aveva fatto, credettero in lui. (Giovanni 11:43-45)
Eccolo seduto a tavola, ben vivente, in compagnia di colui che gli ha dato la vita.
Gesù dunque, sei giorni prima della Pasqua, si recò a Betania dove abitava Lazzaro, colui che era morto e che egli aveva risuscitato dai morti. E qui gli fecero un convito; Marta serviva e Lazzaro era uno di quelli che erano a tavola con lui. (Giovanni 12:1-2)



