Come un pastore ha cura del suo gregge quando si trova in mezzo alle sue pecore disperse, così io avrò cura delle mie pecore e le strapperò da tutti i luoghi dove sono state disperse in un giorno di nuvole e di dense tenebre. Le farò uscire di tra i popoli e le radunerò da vari paesi; le ricondurrò sul loro suolo e le pascerò sui monti d’Israele, lungo i corsi d’acqua e in tutti i luoghi abitati del paese. Le pascerò in buoni pascoli e il loro ovile sarà sugli alti monti d’Israele; là riposeranno in un buon ovile e pascoleranno in ricchi pascoli sui monti d’Israele. Io stesso pascerò le mie pecore e le farò riposare», dice il Signore, l’Eterno. «Io cercherò la perduta, ricondurrò la smarrita, fascerò la ferita, fortificherò la malata ma distruggerò la grassa e la forte; le pascerò con giustizia. (Ezechiele 34:12-16)
L’Eterno, nell’Antico Testamento, e Gesù nel Nuovo, si presentano spesso come il Pastore. Questa figura familiare illustra bene di quali cure Dio colma i suoi. Veglia su di loro, li protegge e li guarda. Egli li conduce, come un pastore, quando devono attraversare luoghi pericolosi. Li cura, veglia sulla qualità del loro cibo e li mette al riparo. Ispira a tutti coloro che si sentono come delle pecore tra le sue mani, delle testimonianze eloquenti alla sua fedeltà e alla sua bontà.
Il patriarca Giacobbe, alla fine della sua vita, parlerà del Dio che è stato il suo pastore.
Così benedisse Giuseppe e disse: «Il DIO, davanti al quale camminarono i miei padri Abrahamo e Isacco, il DIO che mi ha pasturato da quando esisto fino a questo giorno, l’Angelo che mi ha liberato da ogni male, benedica questi fanciulli! Siano chiamati col mio nome e col nome dei miei padri Abrahamo e Isacco, e moltiplichino grandemente sulla terra!». (Genesi 48:15-16)
Era ben cosciente di non essere sempre stato una pecora docile, ma Dio era sempre stato per lui un pastore fedele. Anche il re Davide può testimoniare della sua fiducia, affermando:
L’Eterno è il mio pastore, nulla mi mancherà. (Salmo 23:1)
Gesù prende anche questo titolo nel Nuovo Testamento per farci capire fin dove si è spinto il suo amore per noi.
Io sono il buon pastore; il buon pastore depone la sua vita per le pecore. (Giovanni 10:11)
Nessuno ha amore più grande di questo: dare la propria vita per i suoi amici. (Giovanni 15:13)
Ne risulta una relazione personale del buon pastore con le sue pecore: le conosce, esse riconoscono la sua voce e l’ascoltano.
Le mie pecore ascoltano la mia voce, io le conosco ed esse mi seguono; e io do loro la vita eterna e non periranno mai, e nessuno le rapirà dalla mia mano. (Giovanni 10:27-28)