Nel corso della transumanza annuale (trasferimento periodico del bestiame) verso il vallone di Chabrière, nelle Alpi dell’Alta Provenza, un pastore è annegato incidentalmente nel torrente Ulbaye. Si era tuffato nel corso d’acqua per riacciuffare una delle sue pecore smarrite del gregge, ed è stato trascinato dalla corrente. Il suo corpo, senza vita, è stato trovato dopo molte ore di ricerche. Tutto fa pensare che il pastore e la pecora siano annegati insieme.
Questo fatto inconsueto non ci fa forse pensare al sacrificio del Signore Gesù che ha dato la sua vita per ciascuno di noi?
Io sono il buon pastore; il buon pastore dà la sua vita per le pecore. (Giovanni 10:11)
Quando si guarda un gregge di pecore, si ha l’impressione che tutti gli animali che lo compongono siano simili e facciano la stessa cosa. Ma il pastore vi dirà che conosce ogni animale individualmente, e che ciascuno ha il suo carattere.
Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi seguono; e io do loro la vita eterna e non periranno mai e nessuno le rapirà dalla mia mano. (Giovanni 10:27-28)
Egli sa dare a ciascuno delle cure personalizzate.
Io cercherò la perduta, ricondurrò la smarrita, fascerò la ferita, rafforzerò la malata, ma distruggerò la grassa e la forte: io le pascerò con giustizia. (Ezechiele 34:16)
Così, il nostro Signore Gesù ha amato ogni uomo peccatore fino al punto di morire per lui sulla croce.
Chi di voi, avendo cento pecore, se ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e non va dietro a quella perduta finché non la ritrova? E trovatala, tutto allegro se la mette sulle spalle; e giunto a casa, chiama gli amici e i vicini, e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho ritrovato la mia pecora che era perduta”. Vi dico che così ci sarà più gioia in cielo per un solo peccatore che si ravvede, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di ravvedimento. (Luca 15:4-7)
Puoi riconoscerti, prima come quella pecora perduta e ritrovata, e poi come l’oggetto delle cure di Gesù, il buon Pastore?