Una parola chiava: la motivazione

Il giocatore di tennis sul quale gli spettatori avevano riposte tante speranze è stato appena battuto dal suo avversario. Egli spiega ai giornalisti che l’assalgono all’uscita del campo, che dopo aver perso il secondo “set”, non era più motivato.

Motivato: è un termine molto impiegato nella nostra società. Si sente parlare di lettere di motivazione, di persone motivate e di lavoratori demotivati. Motivati dal risultato del nostro lavoro, ne affrontiamo le difficoltà con serenità e coraggio. Demotivati non vediamo altro che gli aspetti negativi.

I servizi di assunzione del personale delle imprese sanno che una buona motivazione è spesso più importante che il livello delle conoscenze possedute dal candidato.

Ma non vi è al mondo motivazione più grande di quella del credente che ama il Signore. Egli ha uno scopo: servire Cristo. Sa perché è sulla terra e conosce la finalità della sua vita. Affronta con fiducia le difficoltà, perché guarda a Cristo che conduce tutto a buon fine per lui.

L’apostolo Paolo diceva: Infatti per me il vivere è Cristo e il morire guadagno. (Filippesi 1:21)

Nel nostro mondo così demotivato, che colleziona le disillusioni, senza parlare dei suicidi, ecco una motivazione per la quale vale la pena di vivere e che ti è ancora proposta oggi.

Anche noi, dunque, poiché siamo circondati da una così grande schiera di testimoni, deponiamo ogni peso e il peccato che così facilmente ci avvolge, e corriamo con perseveranza la gara che ci è proposta, fissando lo sguardo su Gesù, colui che crea la fede e la rende perfetta. Per la gioia che gli era posta dinanzi egli sopportò la croce, disprezzando l’infamia, e si è seduto alla destra del trono di Dio. (Ebrei 12:1-2)

Entra in contatto con il Signore Gesù per mezzo della preghiera, e scoprirai in lui la vera motivazione della tua vita.

Non che io abbia già ottenuto tutto questo o sia già arrivato alla perfezione; ma proseguo il cammino per cercare di afferrare ciò per cui sono anche stato afferrato da Cristo Gesù. (Filippesi 3:12)

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