Perdonato, eppure responsabile

Voi infatti siete stati salvati per grazia, mediante la fede, e ciò non viene da voi, è il dono di Dio, non per opere, perché nessuno si glori. (Efesini 2:8-9)

Un padrone manda un operaio a seminare nel suo campo. Supponiamo che costui, invece di seminare grano, sparga sul terreno una semenza cattiva. Il padrone, venuto a conoscenza della colpa, se l’operaio si pente, lo perdona.

Questo perdono generoso cambierà la natura del raccolto? Quando verrà la stagione della mietitura, invece di spighe dorate, il servitore vedrà il campo pieno di erbacce.

Allora dubiterà forse del perdono del suo padrone? Per niente. La grazia perdona, ma quello che ha seminato raccoglierà.

E’ per la grazia di Dio, per il suo favore immeritato, che siamo salvati e diventiamo suoi figli. Questa grazia è incondizionata. Una volta che abbiamo creduto nel Signore Gesù, per quanto grandi siano le nostre colpe, siamo figli di Dio.

Ma la nostra vita è fatta di scelte, di impegni di cui siamo responsabili e Dio ne tiene conto. Osserva quello che facciamo, di bene e di male. Egli permette quindi che subiamo le conseguenze, felici o dolorose, dei nostri atti e delle nostre decisioni.

Però, secondo la sapienza di un Padre che ci ama perfettamente, ha pure compassione e ci soccorre, secondo la sua immensa bontà. E’ questa la nostra risorsa per far fronte alle situazioni difficili.

Poiché il Signore non rigetta per sempre; ma, se affligge, avrà compassione, secondo la moltitudine delle sue misericordie, poiché non è volentieri che umilia ed affligge i figli degli uomini. (Lamentazioni 3:31-33)

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